May
16
RECENSIONE METAL HAMMER di Maggio 09
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ELEGY OF MADNESS "The Bridge of Sighs"
(Sweet Poison/Self)
Attorno al "ponte dei sospiri"di Venezia si concentra il secondo parto degli Elegy Of Madness, affascinante ensemble pugliese già fattosi notare due anni fa col gradevole "Another Path', parzialmente analogo nei contenuti. Il distaccamento dalla problematica realtà terrena, leitmotiv del gruppo, non è altro che una sospensione (un ponte,quindi) tra coscienza soggettevia e realta oggettiva, due concetti che hanno generato alcuni tra i testi piu profondi e sensibili che mi sia mai capitato di leggere. Eutanasia, riferimenti alla piu celebre opera Pirandelliana e percorsi ultraterreni Analogia che colpisce il versante musicale,oscillante, per sommi capi, tra il gothic metal - completato dal timbro docile della mezza-soprano Anja- e ponderati virtuosismi power-progressive.
Nel complesso si evince il gusto dei singoli membri, equamenti influenzati dai Nightwish nei frangenti dominati da certa calma rassegnata (l'intro di "No Names', dai Dream Theater per le sponde cariche di aggressione e stravaganza ("Threshold) e da una smussata mistura ritmico-sonora che abbina gli Stratovarius agli After Forever nelle ampie spoglie heavy e soft metal qui custodite.
Transitando accanto a questi riferimenti (piuttosto che colpirli in pieno) e facendo parco uso di supporti orchestrali, gli Elegy Of Madness, con intelligenza, si affacciano a testa alta nella categoria dei “quasi inimitabili”. E ‘Bridge Of Sighs’ assume le sembianze di un drappo di seta, un trasparente separé tra l’eleganza del martirio interiore e gli sfoghi della coscienza.
Filippo Pagani ( METAL HAMMER)